Notifiche, Like e Scroll: i Cavalieri dell’Apocalisse

Notifiche, like e scroll rubano l'attenzione dei bambini

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Ecco perché oggi sei continuamente distratto.

Nel mondo moderno la tua attenzione ha un valore importantissimo che i social network hanno imparato a monetizzare.

Dopo aver catturato la tua curiosità, l’obiettivo delle piattaforme online è quello di farti rimanere più tempo possibile online per acquisire dati sulle tue preferenze. Tre sono gli strumenti cattura-attenzione più efficaci:
– le continue notifiche,
– i Like ai post,
– lo Scroll senza fine e l’aggiornamento continuo del feed.

L’economia dell’attenzione

L’era dominata da tecnologia e informazione ha portato a un cambiamento epocale. Sei così bombardato di notizie che ti è impossibile dare retta a tutte. Oggi, quindi, le aziende devono competere per creare contenuti online in grado di catturare la tua curiosità, soprattutto sui social media. La tua attenzione, essendo così scarsa e di breve durata, assume di conseguenza un vero e proprio valore. Tale da diventare merce di scambio. Ecco da dove arriva l’espressione “economia dell’attenzione“.

Se non paghi un prodotto, il prodotto sei tu

J. Lanier

Il modello aziendale dei social network è molto semplice.

Più una piattaforma è in grado di farti interagire con i contenuti tramite Like, commenti o condivisioni, più dati sui tuoi gusti riesce a recepire. Queste informazioni vengono poi utilizzate per creare delle inserzioni pubblicitarie personalizzate che potrebbero interessarti e che ti spingono più facilmente all’acquisto.

Ma catturare la tua attenzione non basta. Diventa necessario farti passare più tempo possibile sul social. E qui entrano in gioco tre meccanismi specializzati.

Notifiche notifiche notifiche

Le notifiche sono in grado di distoglierti da quello che stai facendo per farti accedere ai tuoi profili social

Il primo passo è quello di distoglierti da quello che stai facendo offline e stimolarti ad entrare sul social network. Come? Attraverso una semplice notifica. Vibrazioni e suonerie, infatti, sono state progettate apposta per distrarti da quello che stai facendo. Il fatto di non sapere che cosa ti aspetta una volta aperta la notifica, crea in te una forte curiosità. A questo punto, si attiva una scarica di dopamina, un neurotrasmettitore legato alla gratificazione, che ti induce in automatico a prendere in mano il telefono e vedere chi ti cerca. La sensazione è simile a quella che provi quando ti fanno una sorpresa o percepisci un pericolo. Tutto quello intorno a te perde importanza e ti concentri solo su quello che hai davanti. Ecco che così, quasi inconsciamente, quando vedi una notifica accedi al tuo profilo social… e ci rimani dentro per più tempo del previsto.

Il potere dei Like

I Like hanno la capacità di toccare nel profondo i più piccoli
The Social Dilemma mostra l’impatto negativo dei like sull’autostima della protagonista più giovane.

Introdotto da Facebook nel 2009, oggi il Mi Piace è una caratteristica comune di tutti i social. Psicologicamente, il Like è percepito come una vera e propria interazione sociale. Come spiega il famoso documentario Netflix The Social Dilemma“, il numero di Like che ricevi influenza la percezione che hai di te stesso e la tua autostima. Essendo conteggiabili, i Mi Piace assumono un valore numerico che crea competizione sociale. Particolarmente suscettibili a questo fenomeno sono i ragazzini in fase di crescita, per i quali l’approvazione dei coetanei è fondamentale. Per loro l’insuccesso sui social vuol dire insuccesso nella vita.

Accedere al tuo profilo e pubblicare post significa spendere del tempo per controllare come i tuoi contenuti stanno andando. Inoltre, se qualcuno apprezza ciò che pubblichi ti verrà naturale andare sul suo profilo e ricambiare l’interesse. Si instaura così un meccanismo di scambio di interazioni (non solo di Like, ma anche di commenti, messaggi e condivisioni) che avviene tutto online. E se stai messaggiando con qualcuno è normale non voler interrompere la conversazione. Ed ecco che, di nuovo, il social network ti convince a restare.

Non c’è limite allo Scroll

Ma l’elemento che più ti cattura, tanto da farti perdere la cognizione del tempo, è lo scroll. Scrollare su un social network significa far scorrere il dito sullo schermo per vedere tutti i contenuti disponibili. Un’azione banale, che non richiede sforzo. Così semplice che diventa un vero e proprio automatismo. Ti è mai capitato di continuare a scrollare pur non trovando nulla di interessante? Scommetto di sì. E scommetto anche di sapere perché non ti sei fermato: in qualche modo dentro di te c’era l’aspettativa che prima o poi qualcosa di stimolante sarebbe apparso. Insomma, non sai mai cosa potrebbe saltare fuori.

Lo Scroll è stato pensato per essere infinito: una volta che arrivi a fine pagina questa si aggiorna in automatico con nuovi post. Tu non hai bisogno di fare nulla. E così continui a far scorrere il dito. Il fatto è che non avendo una fine, un elemento visivo che ti faccia rendere conto di quanti contenuti hai già assimilato, il tuo cervello non percepisce quanto tempo è passato. Una tattica subdola, ma molto efficace, che il social media mette in atto per farti rimanere più tempo possibile, ancora e ancora.

La soluzione: consapevolezza

Non bisogna demonizzare il mondo digitale. Al contrario, bisogna familiarizzare con esso e imparare ad utilizzarlo nel modo corretto. I bambini sono più vulnerabili alle influenze del mondo esterno, che oggi comprende anche la realtà online. Per questo è compito tuo, da genitore, spiegare a tuo figlio quali sono i rischi e i pericoli.

Il progetto Young Makers School nasce dalla volontà di insegnare ai ragazzi che la tecnologia può essere una preziosa alleata. Nei nostri videocorsi di coding, stampa 3D e taglio laser insegniamo un uso consapevole del digitale, mostrando come può essere utilizzato non solo come momento di svago. Un primo passo per scoprire tutte le potenzialità della tecnologia moderna, che non è sinonimo di male, ma una preziosa opportunità di crescita.

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Fonti:

Documentario Netflix “The Social Dilemma”

Griffiths “Adolescent social networking: How do social media operators facilitate habitual use?” :
https://www.researchgate.net/publication/328801640_Adolescent_social_networking_How_do_social_media_operators_facilitate_habitual_use

Lupinacci “Absentmindedly scrolling through nothing: liveness and compulsory continuous connectedness in social media”:
https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/0163443720939454

Peper “Digital Addiction: Increased Loneliness, Anxiety and Depression”:
https://www.researchgate.net/publication/324131061_Digital_Addiction_Increased_Loneliness_Anxiety_and_Depression

Skinner “Infinite Scrolling Steals Social Media Users’ Time and Attention”:
https://lilyskinner.net/wp-content/uploads/2020/05/Infinite-Scrolling-Final-Paper-adobepdf.pdf

Sherman, Hernandez, Greenfield, Dapretto “What the brain Likes: neural correlates of providing feedback on social media”:
https://www.researchgate.net/publication/326301639_What_the_Brain_Likes_Neural_Correlates_of_Providing_Feedback_on_Social_Media

Berkley Economic Review “Paying Attention: The Attention Economy”:
https://econreview.berkeley.edu/paying-attention-the-attention-economy/