Attenzione e media digitali: c’è un problema

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La scienza lo dimostra: oggi non sappiamo stare concentrati.

L’avvento delle tecnologie digitali ha portato a un cambiamento importante nella nostra capacità di stare concentrati. Secondo uno studio ( Microsoft2015 ), oggi la nostra capacità di attenzione è di 8 secondi. Un calo rispetto al secolo scorso. Il motivo sembra essere l’uso continuo dei media digitali, che ci bombardano di informazioni, notifiche e contenuti accattivanti. I bambini in particolare, data anche la loro giovane età, sono quelli con più difficoltà di concentrazione. Una situazione che accentua ancor di più il divario tra il sistema didattico tradizionale e i metodi basati sull’imparare facendo che mettono la pratica al centro delle lezioni.

Media digitali: più distrazione, meno attenzione

Secondo uno studio americano, le nuove generazioni hanno più difficoltà, rispetto alle precedenti, a rimanere concentrate a scuola. La causa sembrerebbe essere la continua esposizione ai media digitali fin dalla più tenera età. Andiamo a capirne di più.

L'attenzione dell'uomo moderno è di 8 secondi, meno di quella di un pesce rosso
Il grafico di Microsoft

Un pesce rosso ha più capacità di attenzione di te

Questa è la conclusione di un’indagine di Microsoft del 2015, svolta su 2000 canadesi. Tramite il monitoraggio delle attività cerebrali dei partecipanti è risultato che, con il passare del tempo e l’avvento della tecnologia, la capacità di concentrazione dell’uomo è diminuita. Se nei primi anni 2000 l’attenzione si manteneva senza sforzo per 12 secondi, dal 2013 questo valore si è abbassato a 8 secondi. Per mettere in prospettiva questo valore lo studio fa un paragone con il pesce rosso, che è in grado di mantenere l’attenzione per 9 secondi. Come ti senti ad essere battuto dal tuo pesce domestico?
Secondo Microsoft ciò sarebbe dovuto a un consumo sempre più frequente dei contenuti digitali e a un uso assiduo dei social network. Uno stile di vita così digitale, infatti, dà origine a difficoltà nel concentrarsi in ambienti offline.

Un sovraccarico di informazioni

Più informazioni consumiamo, più facilmente le digeriamo e più il nostro appetito per esse aumenta.

Christopher Hooton, The Independent

La vita del mondo contemporaneo è sempre più digitale: a scuola (oggi si parla sempre più spesso di EduTech), al lavoro, nella vita privata. Ciò comporta dei cambiamenti anche nel modo in cui ti approcci alla realtà che ci circonda. Questo è ancora più vero per i nativi digitali. Le nuove generazioni, infatti, sono esposte all’uso della tecnologia già dai quattro mesi. Inoltre, i bambini di oggi hanno sviluppato modelli di socializzazione (chat, videochiamate, social network) e di divertimento (videogiochi, app, piattaforme streaming) tutte online.

Il bello del mondo digitale è che non ha limiti e c’è sempre qualcosa di nuovo.

Ma c’è un però.

Le informazioni a cui hai accesso sono così numerose che si crea un vero e proprio sovraccarico informativo: è difficile sceglierne una e dedicarti solo a quella. Il risultato è che tendi a dividere la tua attenzione su più fronti per cercare di considerarli tutti. Il RAS, la parte del cervello che controlla l’attenzione, non riesce a gestire tutto questo carico e va in confusione. Con il tempo perde l’abilità di farti rimanere concentrato su una cosa sola. Si potrebbe dire che va fuori allenamento.

Vita online: una continua sollecitazione

Oggi siamo abituati a dividere la nostra attenzione su più cose contemporaneamente

Quando navighi online la tua mente è continuamente bombardata da stimoli. Video, immagini, GIF, suoni, touch screen, hyperlinks, pubblicità, post sui social media, app, notifiche. Rimanere concentrato su una cosa sola appare impossibile: a causa delle continue sollecitazioni la tua attenzione passa velocemente da una cosa all’altra. I bambini, che già si distraggono facilmente, sono particolarmente attratti dal caleidoscopico mondo virtuale. Ciò si spiega dal fatto che i contenuti online sono pensati apposta per richiamare l’attenzione. In genere sono brevi, diretti, spesso scioccanti, e non richiedono particolare sforzo mentale.
Uno studio promosso dalle università internazionali più prestigiose (tra cui Harvard University e Oxford University) dimostra come l’uso di Internet ha modificato le funzioni del nostro cervello. Abituati a fruizioni rapide e continue di diversi contenuti alla volta, oggi siamo meno capaci di restare concentrati su un solo elemento.

In particolare, due sono i maggiori responsabili di questo cambiamento:

Bambini e problemi di attenzione

Restare attenti per un’ora a scuola? Impossibile

Il grafico mostra l'andamento dell'attenzione nel tempo

Scommetto che una delle frasi che dici più spesso ai tuoi figli quando si tratta di scuola è: “Mi raccomando stai attento a lezione!”. Ma cosa vuol dire stare attenti? Erroneamente si pensa che sia una cosa facile: insomma, basta ascoltare il professore e non distrarsi. Ma non è proprio così. Stare concentrati su una cosa sola, in termini scientifici mantenere un’attenzione selettiva, è un vero e proprio sforzo mentale costante, che richiede impegno e allenamento.

Il problema principale dell’attenzione è che non si mantiene in modo lineare. Al contrario, è un processo cognitivo che alterna momenti di aumento e altri di calo. Prendiamo come esempio una classica lezione scolastica. La teoria della “curva dell’attenzione” sostiene che l’attenzione di tuo figlio raggiungerà il picco massimo nei primi 10/15 minuti. Da lì inizierà un progressivo decadimento fino agli ultimi 10 minuti di lezione, quando ci sarà un nuovo picco. Quindi, rimanere concentrati per 60 minuti di seguito è scientificamente impossibile!

L’attenzione è come un filtro

Bisogna pensare all’attenzione come a un filtro. Di tutti gli stimoli che ci circondano, essa è in grado di selezionare e farci concentrare solo su uno di essi per un determinato periodo di tempo. Questo tipo di attenzione, che si attiva quando si segue una lezione, si definisce attenzione selettiva. In termini più scientifici, questo processo è controllato dal RAS (Reticular Activating System), la parte del cervello che regola le funzioni base del corpo umano. La durata di questo filtro, però, cambia in base all’età:

  • A 6/7 anni la soglia dell’attenzione si mantiene per circa 15 minuti;
  • Verso i 15/16 anni tocca i 30/35 minuti;
  • Tra i 18/26 anni il periodo di attenzione raggiunge il picco massimo di 40/45 minuti.

Risulta più facile, ora, capire come mai tuo figlio non sempre riesce a stare attento per tutta la giornata scolastica. Quindi, cosa fare?

Una scuola digitale

La scuola tradizionale, scandita da lezioni frontali da un’ora, per la sua natura passiva risulta essere pesante per i ragazzi di oggi. Alcuni esami elettroencefalografici hanno evidenziato come più ti abitui al compito, più questo è monotono e ripetitivo, più si abbassa la qualità della prestazione e il tempo di attenzione. Restare seduti per ore al banco, ad ascoltare il prof e prendere appunti, è un’azione molto più stancante di quanto si possa pensare.

La generazione digitale è abituata ad un approccio multimediale e multitasking. Ecco perché abbiamo creato la Young Makers School. Con il nostro approccio di creative learning i tuoi figli non avranno problemi a rimanere concentrati. Nelle videolezioni, infatti, si metteranno in gioco per creare un oggetto o un videogioco personalizzato imparando ad utilizzare software per la stampa 3D, il taglio laser e il coding.

La nostra scuola digitale insegna ad usare la tecnologia tramite la tecnologia stessa!

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Fonti:

Studio Microsoft:
https://dl.motamem.org/microsoft-attention-spans-research-report.pdf

Pew Research Center “How Do Teens Do Research in the Digital World”:
https://www.pewresearch.org/internet/2012/11/01/how-teens-do-research-in-the-digital-world/

Università di Padova “Attenzione: 45 minuti, poi il cervello rallenta”:
https://ilbolive.unipd.it/it/content/attenzione-45-minuti-poi-il-cervello-rallenta

UP Step Consapevole “L’apprendimento e la curva dell’attenzione”:
http://www.stepconsapevole.it/blog/lapprendimento-e-la-curva-dellattenzione-di-rosalba-petrolo#:~:text=La%20teoria%20della%20%E2%80%9Ccurva%20dell,un%20lungo%20periodo%20di%20tempo.

Ansa “Poca concentrazione, perché per i ragazzi è così difficile mantenere l’attenzione”:
https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/teen/2018/02/23/poca-concentrazione-perche-per-i-ragazzi-e-cosi-difficile-mantenere-lattenzione_1ea4447e-e3a8-4193-ae9e-100ba66f64ff.html

Sociologicamente “Cosa si intende per sovraccarico informativo?”:
https://sociologicamente.it/il-sovraccarico-cognitivo-information-overload-e-i-fenomeni-collegati/#:~:text=Il%20sovraccarico%20informativo%20%C3%A8%20conosciuto,il%20poter%20prendere%20una%20decisione.

Pensiero Critico “Il Sovraccarico Informativo danneggia la capacità di attenzione”:
https://www.pensierocritico.eu/sovraccarico-informativo.html

Independent “Our attention span is now less than that of a goldsifh, Microsoft study finds”:
https://www.independent.co.uk/news/science/our-attention-span-now-less-goldfish-microsoft-study-finds-10247553.html

Ninja Marketing “Social network e soglia dell’attenzione: come cambia la fruizione del contenuto?”:
https://www.ninjamarketing.it/2013/06/27/social-network-e-soglia-dellattenzione-come-cambia-la-fruizione-del-contenuto/

Firth, Torous, Stubbs, Firth, Steiner, Smith, Alvarez-Jimenez, Gleeson, Vancampfort, Armitage, Sarris “The online brain: how the Internet may be changing our cognition”:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31059635/